Pedagogista ed educatrice italiana. Frequentò l'università di Roma
e fu la prima donna in Italia a conseguire la laurea in Medicina, nel 1896.
Divenuta assistente alla clinica psichiatrica della stessa università, si
interessò particolarmente al problema del recupero dei bambini psicotici
e cerebropatici, convincendosi dell'efficacia terapeutica della rieducazione
senso-motoria. Impostò così un particolare metodo di insegnamento
che illustrò alle maestre romane durante un corso organizzato dal
ministero dell'Educazione; questa fu la prima tappa verso la fondazione, a Roma,
di una scuola magistrale ortofrenica, che la
M. diresse nel biennio
1899-1900. I sorprendenti successi ottenuti nella rieducazione di bambini
anormali grazie all'educazione igienica, sensoriale e motoria, la spinsero a
estendere il suo metodo, opportunamente modificato, anche all'educazione dei
bambini normali. Abbandonata la direzione della scuola magistrale ortofrenica,
si iscrisse alla facoltà di Lettere e Filosofia, ottenendo la libera
docenza in Antropologia pedagogica, materia su cui tenne dei corsi universitari.
L'occasione per mettere in pratica le sue teorie si presentò nel 1907,
anno in cui fu fondata nel quartiere di San Lorenzo a Roma, la prima "casa dei
bambini", termine con cui la
M. sostituì quello di "asilo", per
sottolineare l'intento puerocentrico e non assistenzialista dell'istituzione
stessa. La casa era destinata ad accogliere i bambini dai tre ai sette anni
appartenenti a famiglie operaie. Nel frattempo le teorie della
M.,
esposte in due opere fondamentali -
Il metodo della pedagogia scientifica
applicato all'educazione infantile nelle case dei bambini (1909) e
Antropologia pedagogica (1909) - ebbero larga diffusione e furono
favorevolmente accolte soprattutto all'estero. Ella definì il suo metodo
educativo come "pedagogia scientifica", in quanto fondato sulla psicologia e
sulla fisiologia. Aderendo alle teorie del famoso pedagogista tedesco
Fröbel, la
M. sostenne che il compito dell'insegnante fosse quello
di aiutare a esprimere e utilizzare l'energia naturale presente nel bambino,
"concentrando" e "dirigendo" l'attività dell'alunno, in modo da evitarne
la dispersione in esperienze frammentarie. In questo contesto la massima
attenzione fu prestata all'ambiente e all'educazione senso-motoria; tre sono gli
obiettivi dichiarati dalla
M.: attivizzare il bambino inserendolo in un
ambiente su misura; individualizzare l'attività del bambino utilizzando
un materiale analitico che permetta l'acquisizione graduale di abilità
psico-motorie; socializzare il bambino tramite attività di cooperazione
relative alla cura della "casa". La
M. giunse a concepire la scuola, dal
punto di vista ambientale, come una vera e propria abitazione, dotata di tutte
le attrezzature che potessero mettere a loro agio gli alunni e favorissero le
manifestazioni spontanee dell'attività infantile: tavoli e sedie a misura
dei bambini, abbastanza leggeri da poter essere da loro spostati e collocati a
piacere; scansie e armadi molto bassi, in modo da consentire al bambino di
prendere e rimettere a posto il materiale didattico. Ogni attività, dal
gioco, alla scrittura-lettura, doveva essere preceduta da una fase di tirocinio
preparatorio delle funzioni sensoriali coinvolte in quella particolare
attività. Il primo congresso di studi montessoriani si tenne a Roma nel
1931, quando ormai la sua fondatrice aveva allacciato vasti legami con l'estero;
ma nonostante il successo internazionale, la
M., in Italia, fu al centro
di aspre critiche, soprattutto da parte della pedagogia di ispirazione cattolica
ed idealistica che vedevano nel "naturalismo" della pedagogia scientifica un
serio pericolo per l'educazione confessionale. Antifascista, nel 1934, la
M. lasciò l'Italia, stabilendosi dapprima a Barcellona, poi in
Gran Bretagna, Svezia e, infine, in Olanda, compiendo inoltre viaggi in India,
Cina, Stati Uniti. Il metodo didattico montessoriano oltre ad esercitare una
notevole influenza sui metodi didattici tradizionali, trovò applicazione
in apposite scuole istituite in tutto il mondo, concepite sul modello della
"casa dei bambini". Oltre alle opere citate, si ricordano anche:
Sui
caratteri antropometrici in relazione alle gerarchie intellettuali dei fanciulli
nelle scuole (1904),
Influenza delle condizioni di famiglia sul livello
intellettuale degli scolari (1904),
La morale sessuale nell'educazione
tra madre e figlio (1911),
Il bambino in famiglia (1936),
Educazione e pace (1949),
La mente del bambino (1952)
(Chiaravalle, Ancona 1870 - Noordwijk, Olanda 1952).